Le Legge sull’insolvenza è negli ultimi anni al centro di un intenso dibattito tra gli imprenditori. Sulla scia delle critiche, il Ministero della Giustizia ha disposto una sostanziale modifica al testo attuale.
La proposta di modifica andrà a intervenire su un testo già modificato in maniera sostanziale nel 2014, quando erano stati modificati alcuni aspetti del processo di dichiarazione d’insolvenza, concedendo ai creditori fino a due mesi per la registrazione dei crediti. Novità anche per i criteri di valutazione dei crediti: la dichiarazione di non esigibilità deve essere nuovamente emanata dal tribunale e non solo dall'amministratore, limitando così la discrezionalità di quest'ultimo. Cambia, ma solo in parte, anche il metodo di calcolo dei singoli crediti, indebolendo leggermente la posizione dei creditori con esposizione medio-alta.
La modifica del 2014 era intervenuta anche sull'uso dell’istituto della riorganizzazione dell'impresa in insolvenza. La modifica aveva dimezzato i criteri d'accesso all'istituto, portando la soglia minima a 50 dipendenti o 50 milioni di fatturato, criteri ancora troppo alti per le associazioni imprenditoriali ceche, secondo cui la continuità dell'attività imprenditoriale dovrebbe essere sempre l’interesse primario.
La nuova modifica preparata dal Ministero della Giustizia reagisce in parte agli interventi pubblici del vicepresidente dell'Unione dell'Industria e del Trasporto Pavel Juricek, da tempo prodigo a denunciare una sorta di connivenza tra amministratori fallimentari, giudici e alcuni creditori. Juricek ne ha avuto prova durante un provvedimento fallimentare di un'azienda del gruppo Brano, Mora Top, di sua proprietà. L'azienda era stata sottoposta a procedura fallimentare da alcuni creditori e l'amministratore fallimentare è riuscito a liquidarla svendendo gli attivi della società, sebbene la produzione fosse competitiva e in grado di continuare. “Questo caso è il segno di quanto possa essere facile liquidare un'attività imprenditoriale e di come gli amministratori fallimentari non siano sufficientemente controllati” sostiene Juricek.
La nuova modifica quindi prevede di individuare a rotazione gli amministratori fallimentari, interrompendo connivenze spurie tra questi ultimi e giudici anche se la legge, tuttavia, contiene alcune deroghe a questo principio. “Vogliamo che siano cancellate dalla legge tutte le deroghe che permettono di scegliere un amministratore fallimentare fuori dal principio di rotazione, interrompendo così le pratiche scorrette” dice la direttrice legislativa della Camera di Commercio Ceca Marketa Schormova.
La nuova modifica vorrebbe proteggere maggiormente le imprese dalle proposte di insolvenza infondate, che secondo le associazioni imprenditoriali vengono usate dalla concorrenza sleale per danneggiare la reputazione delle imprese corrette. Già oggi il tribunale può chiedere al soggetto proponente di versare una cauzione, oppure commutare una multa fino a 50 mila corone per casi palesi di proposte non fondate. Con la nuova modifica, il Tribunale fallimentare dovrebbe decidere entro 24 ore sulla fondatezza della proposta. Una scadenza troppo breve per le associazioni imprenditoriali, secondo cui i Tribunali non avranno così la possibilità di conoscere a fondo la pratica.
La modifica preparata dal dicastero della Giustizia inoltre rafforza i poteri di controllo di quest'ultimo sugli amministratori fallimentari e sulle cosiddette società di esdebitazione.
Secondo il responsabile del Ministero della Giustizia Robert Pelikan dovrebbe fare da argine alle pratiche di insolvenza scorrette e infondate. “Questa proposta di legge è molto ambiziosa e siamo sicuri che sarà oggetto di una forte pressione da parte di varie lobby – dice il ministro Pelikan – Ma non ci faremo scoraggiare”. Il nuovo testo, che arriverà sul tavolo del governo in luglio, dovrebbe entrare in vigore dal primo luglio 2016. Resta da vedere se sarà sufficientemente forte per proteggere le imprese oneste da una lotta concorrenziale sleale.
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